Controlli Caldaie : ecco la situazione nelle varie regioni italiane
Con la fine della stagione invernale abbiamo deciso di fare una classifica delle regioni in base al numero di controlli ed a quanto evidenziato nel corso dei mesi dagli organi di informazione. Per fare maggiore luce su un settore – quello delle caldaie – dove norme poco chiare e frammentate (ogni regione può decidere come regolarsi) portano svantaggi sia ai cittadini – in termini di qualità dell’ aria – sia ai professionisti del settore termoidraulico. Abbiamo chiesto a 50 professionisti sparsi per l’Italia di raccontarci come sono andate le cose. Abbiamo confrontato i dati con la normativa di riferimento e le inchieste realizzate dalle testate giornalistiche. Ed ecco i risultati.
Valle d’Aosta : voto 6,5
Le caldaie a metano e gpl possono essere revisionate ogni 4 anni se inferiori a 100kw. In questo calderone finisce quindi la maggior parte delle utenze. Si scende a 2 anni per i controlli caldaie con potenza superiore o alimentate da combustibili liquidi e solidi. I controlli ci sono.
Piemonte : voto 7
Sempre 4 anni i termini per la revisione. Il Piemonte è stata una delle prime regioni a dotarsi di un catasto delle caldaie con il Catasto Impianti Termici. Ed i controlli ci sono ; province virtuose come quella di Alessandria sono riuscite – sotto organico – ad effettuare oltre 500 controlli mensili.
Lombardia : voto 7
La Lombardia è stata la prima regione a dotarsi di un catasto regionale delle caldaie. La revisione deve essere effettuata ogni due anni ed i controlli, specie nelle province di Bergamo e Brescia, sono molto efficienti. Musica completamente differente a Pavia, dove i controlli sono pressochè assenti. Peccato, poteva essere davvero la regione migliore d’Italia.
Emilia Romagna : voto 5/6
Una normativa che lega controlli alla manutenzione, lo scandalo dei ‘falsi’ controlli a Piacenza ed i controlli caldaie preavvisati a mezzo raccomandata non sono il massimo come deterrente. Si può e si deve fare di più.
Veneto : voto 2
La normativa prevede i controlli ogni 4 anni. Ma le norme contrastanti tra loro hanno causato un crollo verticale dei controlli che sono praticamente inesistenti. E non è tutto. Provate a montare una nuova caldaia a Venezia, se ne siete in grado. Con i vincoli di questo territorio è praticamente impossibile effettuare installazioni a norma.
Friuli Venezia Giulia : voto 6,5
I controlli sono previsti ogni 4 anni. L’adeguamento alla nuova normativa e dei piani di controlli discreti ci permettono di dare al Friuli un voto di tutto rispetto.
Trentino Alto Adige : voto 7
Controlli previsti ogni 4 anni, multe severe fino a 6.000 euro per chi non è a norma. Il Trentino si dimostra molto attento alla tutela della propria aria, misura necessaria per una regione che fa ampio uso di riscaldamento e che ha dovuto fronteggiare problemi di inquinamento legati alle stufe a legna molto diffuse in alcune province.
Liguria : voto 7,5
La regione si è dotata di un regolamento intelligente, che tiene conto dell’età dell’impianto per stabilire con quale tempistica effettuare i controlli. Ed i controlli ci sono. Sicuramente si può fare di più, ma apprezziamo moltissimo la logica utilizzata nel produrre il regolamento.
Toscana : voto 8
Anche la Toscana ha seguito la stessa logica della Liguria, con regole persino più severe (mentre in Liguria si tiene conto di impianti al di sopra dei 15 anni per necessitare di un intervento biennale, qui gli anni sono 8). La normativa è chiara ed i controlli ci sono.
Umbria : voto 6,5
Controlli ogni 4 anni, ma gravi problemi dal punto di vista delle norme. A Perugia si è vissuto un vero caos di norme transitorie incomprensibili anche agli stessi operatori. Adesso la situazione sembra andarsi normalizzando… vedremo il prossimo anno.
Marche : voto 7
Controlli ogni 4 anni, ma chi sgarra paga. Nelle Marche vi è molta attenzione ed i controlli caldaie sono discretamente efficienti. Una buona regione attenta al proprio territorio.
Abruzzo : voto 7,5
Controlli caldaie anche una volta l’anno sopra i 35 kw di potenza e cittadini scontenti. In questa regione molti politici hanno denunciato un conflitto di interessi da parte delle aziende installatrici, che di fatto decidono ogni quanto è obbligatorio fare i controlli. Un controllo esterno sarebbe più auspicabile, ma la tutela della qualità dell’aria e del territorio sono comunque due obiettivi che vale la pena perseguire. Ma i controlli ?
Lazio : voto 7
Controlli ogni 4 anni, province più virtuose di altre (come quella di Frosinone). Caos a Roma, ma nel complesso una regione che ci sta provando. Anche perchè qui l’inquinamento si fa sentire parecchio.
Campania : voto 6,5
Controlli ogni 4 anni. Ispezioni si in alcune zone, completamente no in altre. La Campania è piuttosto divisa da questo punto di vista ed è difficile dare una valutazione omogenea per tutta la regione.
Molise : voto 6,5
Controlli ogni 4 anni. Abbiamo pochi dati sul Molise, ma che dimostrano un discreto controllo del territorio. La Regione ancora ricorda i controlli – ritenuti illegali – che la Itagas faceva pagare 77 euro agli utenti
Puglia : voto 6
Un 6 sula fiducia, come a scuola. In Puglia era il caos, ma ora le amministrazioni locali hanno dichiarato guerra a chi fa ‘il furbo’. I controlli sono previsti ogni 4 anni. Torneremo ad occuparci della Puglia più in là.
Basilicata : voto 7
Una regione che si dà da fare. Controlli ogni 4 anni, ma le amministrazioni sono attente. Generose nel concedere proroghe per mettersi a norma (cosa assolutamente positiva) e severe contro chi poi trasgredisce.
Calabria : voto 6.5
Anche qui caos norme e voto sulla ‘fiducia’. La Calabria prevede controlli ogni 4 anni e sembra che le amministrazioni locali stiano facendo del proprio meglio per farlo capire ai cittadini. Ma i controlli ? Ne riparleremo.
Sicilia : voto 3
Palermo, la città più trafficata d’Europa, non effettua controlli da anni. (ne abbiamo già parlato qui). Che altro dire ?
Sardegna : voto 6,5
Controlli ogni 4 anni, anche se il vero problema che denunciano i cittadini è lo smog causato dalle caldaie a pellet. E la diffusione di prodotti di provenienza incerta. I controlli ci sono, ma si potrebbe fare di più.